ARTE SOCIALE IN DANIMARCA

Di Gino Colla

Durante un viaggio a Copenhagen, abbiamo visitato un parco giochi ben diverso dal Tivoli, pensato dal famoso gruppo artistico Superflex. Tale parco è stato voluto dalla municipalità per rivalutare un quartiere multietnico alla periferia della città.

Gli artisti hanno pensato di fare un chilometro in parte con pavimentazione optical, in parte con colore rosso, dove hanno disposto diversi elementi raccolti in tutto il mondo, in maniera anche sorprendente. Oltre a una mezza luna con un dente, ispirata da un centro dentale algerino, ricordiamo un ring di boxe dalla Tailandia, una sagoma di toro dalla Spagna, un gruppo di ciliegi dal Giappone, ma anche delle amache non provenienti dal Messico, ma dall’Australia. Il risultato è davvero sorprendente. Un insieme di elementi anche giocosi ben diversi da un luna park, che hanno rivalutato tutto il quartiere, e reso più  costosi gli appartamenti disposti lungo il parco a tema.

Inoltre gli artisti hanno dimostrato che si può fare arte sociale, anche eliminando la street art intesa come murales un po’ inflazionati.

La creatività del gruppo è enorme. Loro mettono in comune elementi di diversi parti del mondo, anche in altre performance, aiutandosi, per grandi spazi, all’apporto di architetti open – minded. Ad esempio, a Berlino, alla mostra di imitazioni, ispirata alla Abramovic, hanno ricostruito il bagno della Presidenza della Commissione Europea, piccolo ma nascosto alla gente comune.

L’unico grande assente dello spazio danese, sono pero’ i bambini, che vagano piuttosto perplessi in mezzo a quelli che dovrebbero essere dei giochi adatti a loro. Ad esempio, ci sono degli anelli per ginnastica, ma ad una altezza eccessiva per dei bambini.

Sarebbe il caso di iniziare a intervistare i bambini, che sanno bene di cosa hanno bisogno, senza usare solo l’astuzia e la mentalità da adulti.

In questo mi viene in mente il narcisismo tipico dell’artista, ma particolarmente presente in alcuni cultori della Land Art (penso a Christo o a Smithson, anche se il primo non vuole essere definito un artista di land art). La creatività è sì importante, ma la presunzione andrebbe spesso abbinata all’umiltà dei più piccoli, per rendere fruibile le opere anche da chi vuole solamente divertirsi o svagarsi, senza dover sempre arrovellarsi con la simbologia o gli archetipi dell’ispirazione.

La semplicità, anche se non è facile, dovrebbe essere uno dei principi ispiratori dell’arte contemporanea.

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