ATENA

Di Chiara Filipponi

Tra arte e mitologia

Da quest’anno inauguriamo una nuova rubrica dedicata alla mitologia e all’arte. Ogni mese un approfondimento su un personaggio della mitologia greca e sulla sua rappresentazione nella storia dell’arte. Questa puntata è dedicata alla dea della sapienza, Atena, conosciuta nel mondo romano come Minerva.

Buona lettura!

 

Atena o Pallade, figlia prediletta di Zeus, è la dea greca della sapienza, delle arti e della guerra.

Nella mitologia greca, è la divinità che difende e consiglia gli eroi, le donne industriose, gli artigiani.

Protettrice dei greci ed eponima della città di Atene, le era dedicato il tempio detto Partenone sull’Acropoli della città; in suo onore si svolgevano le feste panatenee. Come dea protettrice delle città aveva santuari sparsi in tutta la Grecia (Delfi, Lindos), nella Magna Grecia e nell’Asia minore.

La dea viene rappresentata sempre vestita con peplo e spesso armata, attorniata dai suoi simboli sacri: la civetta, l’elmo, la lancia, lo scudo e l’Egida, ossia un mantello indistruttibile realizzato con la pelle della capra Amaltea, che aveva protetto e nutrito Zeus, sottratto a Crono dalla madre Rea. Suo albero sacro era l’ulivo, da lei creato come dono agli ateniesi, per divenire la loro divinità protettrice.

Minerva, dea della religione romana, veniva associata dai greci ad Atena.

L’Athena Parthenos, la rappresentazione più tradizionalmente nota della dea, si trovava sull’Acropoli di Atene nel Partenone. Secondo la descrizione stessa di Pausania la dea indossava una tunica fino ai piedi e sul petto portava la testa di Medusa. In una mano aveva una vittoria e nell’altra una lancia, mentre ai suoi piedi un serpente a ricordare suo figlio adottivo Erittonio.

 

I MITI LEGATI AD ATENA

La nascita di Atena

Secondo il mito, Metis (Metide, il saggio consiglio, la sapienza) era la più colta tra gli dei e gli uomini.

È nota per essere stata la prima amante (e forse la prima moglie) di Zeus, il padre di tutti gli dei, ma non si cocesse facilmente al dio, trasformandosi in mille modi cercando di sfuggirgli prima di arrendersi. Un oracolo aveva previsto che Zeus sarebbe stato detronizzato da un figlio avuto da Meti (un fanciullo che sarebbe diventato re degli dei e degli uomini) quindi dopo aver giaciuto con lei, decise di divorarla.

Zeus la indusse quindi a trasformarsi in una goccia d’acqua (nella mitologia greca l’intelligenza e l’astuzia erano rappresentate come poliformi e in continuo cambiamento: Metis, infatti, è in grado di assumere ogni forma desideri) e la inglobò bevendola. A questo punto venne al dio un fortissimo mal di testa e, grazie all’aiuto di Efesto (al quale fu promessa Atena in sposa per il suo aiuto nel farla nascere), si riuscì a spaccare con un’ascia il cranio immortale di Zeus, e dalla ferita uscì Atena, già adulta e armata, lanciando un forte grido di guerra.

 

Erittonio

Secondo quanto racconta lo Pseudo-Apollodoro, il dio Efesto tentò di unirsi ad Atena ma non riuscì nell’intento. Il suo seme si sparse al suolo e fecondò Gea e così dalla terra nacque Erittonio, metà umano e metà serpente. Atena decise comunque di allevare il bambino come madre adottiva e chiuse dentro ad una cesta il bambino affidandolo alle tre figlie di Cecrope (Herse, Pandroso e Aglauro), avvisandole di non aprirla mai. Agraulo, curiosa, aprì ugualmente la cesta e la vista dell’aspetto mostruoso di Erittonio fece impazzire le tre sorelle che si uccisero lanciandosi giù dall’Acropoli.

Erittonio diventò in seguito re di Atene e introdusse molti cambiamenti positivi nella cultura ateniese. Durante il suo regno Atena fu frequentemente al suo fianco per consigliarlo e proteggerlo.

 

Atena e Marsia

Atena era una dea sapiente e intelligente tanto da aver inventato il flauto.  Tuttavia, lo strumento non le piaceva poiché questo deformava il volto quando lo si utilizzava. Decise dunque di gettarlo via. Lo raccolse Marsia, satiro che divenne bravissimo nel suonare lo strumento, così bravo da sfidare Apollo che, dopo averlo battuto, lo punì scuoiandolo vivo.

 

Pallade Atena

Un appellativo molto frequente di Atena è Pallade Atena. L’epiteto deriva da un’ambigua figura mitologica chiamata Pallade, che Atena uccise per errore, mentre simulavano un combattimento: Atena prese quindi il nome di Pallade in segno di lutto per dimostrare il suo rimorso.

In altre versioni ancora le cose però potrebbero essere andate in maniera diversa, e Atena avrebbe soppiantato una precedente mitica Pallade assorbendola nella sua figura in modo meno “traumatico”, quando questa divenne dapprima Pallas AthenaiePallade di Atene (come Hera di Argo era Here Argeie), e infine Pallade Atena, cambiando lentamente ma completamente identità.

 

La lotta con Poseidone per il dominio sull’Attica

Atena era in competizione con Poseidone per diventare la divinità protettrice della città capitale dell’Attica che, all’epoca in cui si svolge questa leggenda, ancora non aveva un nome. Si accordarono in questo modo: ciascuno dei due avrebbe fatto un dono ai cittadini e questi avrebbero scelto quale fosse il migliore, decidendo così la disputa. Poseidone piantò al suolo il suo tridente e dal foro ne scaturì una sorgente. Questa avrebbe dato loro sia nuove opportunità nel commercio che una fonte d’acqua, ma l’acqua era salmastra e quindi non buona da bere. Atena invece offrì il primo albero di ulivo adatto ad essere coltivato. Gli Ateniesi scelsero la pianta e quindi Atena come patrona della città, perché l’ulivo avrebbe procurato loro legname, olio e cibo.

Una diversa versione della leggenda dice che Poseidone offrì in dono, anziché la sorgente, il primo cavallo, simbolo di guerra, che gli Ateniesi maschi preferivano, mentre le donne, che erano la maggioranza, scelsero il dono di Atena, simbolo di pace.

 

Aracne

Una fanciulla di nome Aracne un giorno si vantò di essere una tessitrice migliore di Atena, che di quest’arte era la Dea stessa. Atena andò così da lei travestita come una vecchia e consigliò Aracne di pentirsi della sua arroganza ma la donna la sfidò ad una gara. Atena allora riassunse le sue vere sembianze e accettò la sfida. La Dea realizzò un arazzo che rappresentava gli Dèi che punivano gli uomini, in particolare lo scontro fra Poseidone e la città di Atene, mentre Aracne ne fece uno in cui si derideva Zeus e le sue numerose amanti. Secondo la versione di questo mito narrata nelle Metamorfosi di Ovidio, quando Atena vide che Aracne non solo aveva insultato gli Dèi ma aveva realizzato un arazzo più bello del suo, fu oltraggiata. Ridusse l’opera di Aracne in brandelli e la colpì in testa tre volte. Terrificata e umiliata, Aracne si impiccò. Al che la Dea ebbe pietà di lei e non la fece morire, preferendo di trasformarla in un ragno, obbligandola così a tessere la sua tela per l’eternità e a tramandare il suo sapere ai suoi discendenti.

 

Perseo e Medusa

Atena è al fianco di Perseo quando intraprende il viaggio al termine del quale affronterà Medusa, l’unica fra le tre Gorgoni ad essere mortale. Atena detestava la giovane Medusa, perché, fiera della propria splendida chioma, aveva osato competere con lei nella bellezza. Offesa, la dea aveva mutato Medusa in una creatura ripugnante e la sua chioma in un groviglio di serpi, cosicché chiunque ne avesse incrociato lo sguardo sarebbe rimasto pietrificato.

Con l’elmo di Ade, che rende invisibili, i calzari alati e la bisaccia magica dove nascondere la testa di Medusa, Perseo giunge all’oceano attraverso la tetra foresta di statue che precede la dimora di Medusa. Atena è ancora al suo fianco e gli guida la mano. Perseo porta a compimento la propria impresa: si rende invisibile indossando l’elmo di Ade, si libra in aria grazie ai sandali alati e recide il capo di Medusa che Atena fisserà sulla sua ègida.

 

Giudizio di Paride

Tutti gli dei partecipavano alle nozze di Peleo e Teti nell’Olimpo. Eris, Dea della Discordia, gettò una mela d’oro al banchetto nuziale nell’Olimpo con incisa sopra la scritta “alla più bella”. Per evitare contese fra le tre Dee maggiori, Zeus mandò Ermes con Atena, Afrodite ed Era sulla terra dove il giovane pastore troiano Paride dovette fare da giudice su chi fosse la Dea più bella tra loro. Ogni Dea promise un dono a Paride in caso di vittoria: Era di renderlo ricco e potente (donandogli l’Asia minore), Atena di farlo il più saggio degli uomini (o, secondo una versione diversa, di renderlo invincibile in guerra) e Afrodite di dargli in sposa la donna più bella del mondo, Elena, la figlia di Zeus e Leda. Paride scelse Afrodite, causando così involontariamente la guerra di Troia.

 

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