POLITICS OF DIALOGUE.

Di Gianna Ganis

L’INSTALLAZIONE PUBBLICA I CHE RIFLETTE I TEMPI ATTUALI A PARTIRE DAI PARADOSSI e i pericoli della COMUNICAZIONE CONTEMPORANEA.

L’artista libanese Nadim Karam (Senegal, 1957) ha da poco inaugurato a Maastricht l’opera d’arte pubblica Politics of Dialogue: The Merry-Go-Round(“Politica del dialogo: la giostra”). Collocata nella piazza principale della scuola UWC United World College di Maastricht, nell’ambito delle celebrazioni dedicate al decimo anniversario della sua fondazione, è il riconoscimento per le diverse borse di studio che la scuola ha offerto agli studenti del Medio Oriente in questi anni.
L’opera era stata realizzata da Nadim Karam per la Biennale di Venezia 2019, allestita in precedenza sul lungomare nei Giardini della Marinaressa.

L’installazione cinetica è composta da sette figure allungate (politici) assemblate in cerchio (governi) e montate su una piattaforma girevole (il mondo). Poste l’una di fronte all’altra, le figure si trasformano in forme simili a megafoni e sembrano bloccate in un dialogo ripetitivo. La giostra trasmette una melodia simile a un carosello ipnotico, facendo sì che ciascuna scultura abbia il suo momento di protagonismo nella conduzione di una discussione che continua a girare su se stessa, senza mai raggiungere una conclusione.

Politics of Dialogue affronta così il paradosso di fondo della comunicazione inefficace in un’epoca segnata dall’iperconnettività. In un mondo incentrato sui social e sui talk show televisivi, Nadim Karam riflette sulla sfida di connettersi attraverso un dialogo più profondo e significativo. In un’epoca in cui le istituzioni geopolitiche di tutto il pianeta soffrono di ripetute crisi di comunicazione, l’opera evidenzia la scissione nel  dialogo tra la sfera politica e quella pubblica.
L’installazione descrive metaforicamente la nozione di ‘camera d’eco’, situazione in cui le informazioni o le stesse idee vengono amplificate attraverso la ripetizione all’interno di un sistema definito. Una condizione in cui le persone sono incoraggiate a consumare solo contenuti che riflettono le opinioni che già hanno. Queste bolle di conferme positive sono state incolpate di implementare la diffusione di fake news e sono oggetto di preoccupazione per coloro che utilizzano i social media. La scultura di Karam segue quindi la lunga tradizione dell’artista nel creare arte pubblica in risposta a momenti di crisi politica e sociale.

Dichiara l’artista:

“Il dialogo comporta la creazione di un terreno paritario; ma spesso si svolge separato dal territorio e dalla popolazione di cui si occupa, diventando quindi futile e obsoleto. Politics of Dialogue parla della comunicazione confinata in una bolla. Più il dialogo dura, più rende sordi. È un dialogo chiuso in trappola, che gira su se stesso e si presenta a chi osserva su un vassoio scintillante”.

La scultura di Karam segue quindi la lunga tradizione dell’artista nel creare arte pubblica in risposta a momenti di crisi politica e sociale.

LA CRISI DELLA COMUNICAZIONE

Se intendiamo la comunicazione come “processo sociale di condivisione della conoscenza (potere)” in cui sono coinvolti “attori” sociali, persone in carne e ossa che, in virtù delle competenze possedute, del profilo psicologico, del sistema di relazioni e delle caratteristiche dell’ambiente, possono definire relazioni più o meno simmetriche tra di loro, attraverso l’iperconnessione digitale, il rischio è quello di creare una cittadinanza senza cittadini, di promuovere una partecipazione a soggetti/attori sociali che, di fatto, non hanno gli “strumenti” (evidentemente, non riferiti a quelli tecnici e tecnologici) per partecipare concretamente. Nasce l’urgenza di formare cittadini consapevoli e responsabili, in grado di valutare e monitorare, di non accettare passivamente le narrazioni e/o le rappresentazioni mediatiche o, peggio ancora, le cose “per sentito dire”. Non bastano “cittadini connessi”, servono cittadini criticamente formati e informati, educati alla cittadinanza e non alla sudditanza per abitudine culturale ma cittadini in possesso di competenze non soltanto tecniche e/o digitali, ma educati al “pensiero critico” e alla complessità.

Considerando dunque fondata l’equazione conoscenza = potere, ne consegue che tutti i processi, le dinamiche e gli strumenti finalizzati alla condivisione della conoscenza non potranno che determinare una condivisione del potere con il risultato che conformismo e omologazione saranno le forze sociali sempre più egemoni.

 

Nadim Karam è un artista, pittore, scultore e architetto libanese multidisciplinare che fonde la sua produzione artistica di scultura, pittura, disegno con il suo background in architettura per creare progetti di arte urbana su larga scala in diverse città del mondo.

 

 

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