MERCATO DELL’ARTE E PERIODO DI QUARANTENA

Di Gino Colla

Questo periodo, che comporta revisioni di programmi e protocolli vari, colpisce anche il mondo della cultura. Come evidenziato dal Ministro Franceschini, e da numerosi intellettuali, non è sufficiente stanziare fondi statali per sostegno del comparto. Migliaia di lavoratori, specie dietro le quinte di teatri, cinema, musei, sono in attesa di misure non solo per l’immediato, ma anche per dare un futuro.

A oggi, non si sa quando riapriranno cinema e teatri, e l’attività delle associazioni sono limitate a iniziative spontanee sul web. Ma qualcosa si muove, specie nell’opaco mondo del mercato dell’arte.

Da gennaio 2020 è operativa una piattaforma per acquistare quote di un fondo che investe in opere di arte contemporanea. È nato grazie a Claudio Poleschi, gallerista, e Maurizio Cavallini, finanziere, e ha sede a San Marino per questioni fiscali, e, penso, anche di normative Consob, che in Italia sono molto restrittive su queste tipologie di fondi.

Anche con 100 euro, tramite strumenti tracciabili, è consentito partecipare all’acquisto in comune di opere, che poi, rivendute, auspicabilmente, daranno plusvalenze, ripartite tra i soci sottoscrittori (sito artsharesales.com). Una forma di diversificazione dei risparmi, oggi in gran parte parcheggiati sui conti correnti bancari, con rendimenti nulli o quasi.

Un’altra esperienza nuova per l’Italia, è il cosiddetto Art lending. Si tratta di mutui a persone fisiche garantiti da sottostanti opere d’arte di proprietà. Il punto in questo caso è la valutazione dell’opera, fatta da esperti. In Usa e Uk, è una forma diffusa di operatività finanziaria (da 21 a 24 miliardi di $ di sottostanti, per il 90% in Usa). Fidartis, società di consulenza nella pianificazione finanziaria, sta lavorando per banche a supporto di finanziamenti con queste garanzie a gruppi aziendali in Italia.

Infine, le vendite all’asta, ormai concentrate nei paesi Usa e Francia (Christies e Sothebyes sono dei due miliardi francesi Pinault e Arnault), avvengono solo su base video. Quindi maggiore trasparenza su soggetti acquirenti e su prezzi delle transazioni, anche se ingresso è consentito solo per chi si accredita previamente.

Problemi di privacy, comunque, in un mondo già troppo opaco, come quello delle aste d’arte. Per cifre spesso da capogiro, come le opere vendute nel 2019 a fianco (Cezanne, 53 milioni $, o J. Koons 86 milioni $).

Vedremo come proseguiranno queste tendenze, ma non si può dire che il virus abbia affinato la creatività… non solo degli artisti, ma anche del mercato. Chi legge queste righe, però, non si dimentichi di realtà, come le associazioni culturali, strette tra pochi fondi pubblici e tanti costi per le riaperture. Le donazioni, dopo l’autorizzazione comunitaria, ancora da ottenere, possono essere detraibili per il 30% dell’erogazione fino a un importo di 30 mila e. per ciascun periodo d’imposta, e deduzione del 10% per società ed enti. Tutto questo era già operativo dal 1.1.2018.

Non dimentichiamo l’arte, aiutiamo a supportare chi pensa alla cultura e al welfare della nostra mente.

 

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