AMEDEO MODIGLIANI

AMEDEO MODIGLIANI

CONTINUA LA SERIE: I CASI LEGALI NEL MONDO DELL’ARTE
Di Marina Isaia

Questa volta ci occupiamo di un caso giudiziario tutto italiano.

Da giovedì 16 marzo a domenica 16 luglio 2017 il Palazzo Ducale di Genova ospita la mostra dedicata ad Amedeo Modigliani.

Ebbene ci sarebbero almeno tredici opere dubbie, esposte alla mostra di Modigliani a Genova.

Lo denuncia Carlo Pepi, storico dell’arte, uno dei massimi esperti dell’artista livornese che già mise in guardia la comunità internazionale quando, nell’84, festeggiava il ritrovamento, poi rivelatosi un bluff, di alcune “teste” che venivano attribuite a Modigliani.

In quell’occasione egli fu il primo e l’unico, per molto tempo, a non credere all’autenticità delle tre famose teste ritrovate nei fossi di Livorno e che infatti, successivamente, risultarono poi una burla diventata celebre.

Secondo lo studioso collezionista, già fondatore ed ex direttore di Casa Natale Modigliani nonché membro degli Archivi Modigliani per volontà della figlia dell’artista, Jeanne Modigliani, oltre alle 13 opere dubbie vi sarebbero anche tre dipinti “a doppia firma”, cioè male attribuiti, oltre che all’autore Kisling anche a Modigliani, che invece non c’entra nulla se non per esservi riprodotte delle sue opere.

Ma non è solo Pepi a manifestare dei dubbi, anche lo studioso francese Marc Restellini ha manifestato perplessità al riguardo, tant’è che ciò ha portato la Procura di Genova ad indagare.

I curatori della mostra, Rudy Chiappini e Stefano Zuffi, respingono ogni contestazione replicando: «Abbiamo fatto scelte “prudenziali”. Non abbiamo voluto portare nuove attribuzioni. Anche se ci sono giunte parecchie segnalazioni di opere importanti, inedite, molto belle. Non abbiamo ceduto alla lusinga di presentare nuove opere. Abbiamo puntato su opere presenti in cataloghi ragionati, grandi mostre, libri dedicati a Modigliani ed expertise che le accompagnavano. Ci siamo affidati alla comunità museale».

Da queste “contro-deduzioni” è nato un dossier di 90 pagine che è stato consegnato alla Procura, la quale aveva inoltrato una richiesta di informazioni ergo, è stato aperto un fascicolo.

In verità le opere opere messe in discussione sono 7 e precisamente i quadri “Cariatide rossa/Gli sposi”, “Ritratto di Chaim Soutin”, “Nudo disteso (Ritratto di Cèline Howard)”, “Testa di donna-Ritratto di Hanka Zborowska”, “Ritratto femminile” e “Ritratto di Maria” e il disegno “Ritratto di Moise Kisling”.
Seguiremo con attenzione l’evolversi della diatriba.

 

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