ULDERICA DA POZZO

ULDERICA DA POZZO: OLTRE LE PORTE.

Di Gino Colla

Da vedere la mostra in corso a Palazzo Morpurgo, a Udine, della fotografa Ulderica Da Pozzo. Le foto riguardano l’ex Ospedale Psichiatrico di Udine, ora abbandonato, in seguito alla riforma Basaglia, dove si è capito che questi ospedali non aiutavano a curare, ma solo a peggiorare lo squilibrio mentale dei pazienti. Ora non si è giunti a soluzioni particolari, se non a trattamenti periodici per i malati di mente, riversando sulle famiglie l’onere anche psicologico di gestire con i familiari in difficoltà.

L’approccio dell’artista è più pragmatico, ma di grande resa visiva. Le foto mostrano il vuoto degli ambienti abbandonati, le porte volutamente rimaste aperte, con la luce che filtra, gli specchi e le mura scrostate dal tempo, il telefono staccato perché non c’è nessuno da chiamare.

La sensazione di abbandono si trasferisce dalle cose alle persone, nel momento in cui non si sa dove siano le persone che un giorno abitavano la sofferenza. Un luogo di dolore metafisico, dove l’uomo è stato rinchiuso perché diverso, perché non capito, perché debilitato.

Lacan nei suoi scritti si è a lungo occupato dell’Altro. Il bambino appena nato piange perché c’è qualcuno che l’ascolta. La parola è fondamentale, e anche strutturata al fine di comunicare con l’altro. Il motore della nostra esistenza è il Desiderio, inteso come ricerca di conoscere il desiderio dell’altro.

L’angoscia è quindi generata, specie per la donna, essendo l’uomo più centrato su se stesso, dalla impossibilità di riuscire ad essere amata per quella che è. Anoressia è mancanza di amore e interesse, da parte dei genitori. Interesse non esplicitato in cure materiali, ma in attenzione e empatia.

Tutto questo mancava (e manca spesso ancora) ai malati di mente. In generale la condivisione, contenuta nei nostri neuroni specchio, è soffocata da istanze sociali che portano a sopravvivere, ad accumulare beni, a lavorare per guadagnare bene.

In un passo evangelico, Gesù dice ai suoi discepoli: guardate i gigli dei campi, le loro vesti sono più belle di quelle possedute dal Re Salomone, quindi badate ad accumulare un tesoro nei cieli, dove nessuna tignola la potrà divorare.

Tutte queste sensazioni sono mosse dal grande lavoro di Ulderica che nelle stanze fatte di luce e di silenzio, da’ il senso concreto di un abbandono che difficilmente potrà essere riempito. Un distacco spirituale prima che fisico. E l’anima, come scrive Hillman, spesso è fuori e non dentro di noi.

 

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