FONDAZIONI SCIENTIFICHE E ARTE A BOLOGNA.

Di Gino Colla

Nello scorso intervento, si è affrontato il tema dell’arte contemporanea e i musei. E su come fare a attirare più spettatori, e interesse per quanto concerne l’Italia. Un caso di successo lo troviamo a Bologna.

La Fondazione privata Golinelli, creata da un collezionista, imprenditore del settore farmaceutico, è un caso importante. La sede è stata interamente ristrutturata, comprendendo ampie sale riunioni, e laboratori scientifici, un bar e una sala per mostre, quest’ultima disegnata dallo studio Cucinella e inaugurata nell’ottobre 2017.

L’obiettivo della Fondazione si esplica su vari fronti. Esiste la scuola delle idee per bambini delle elementari, Scienze in pratica (laboratorio per ragazzi delle scuole secondarie), la sezione Arte, Scienza e conoscenza (mostre, convegni e dibattiti su connessione tra arte e scienza).

Quest’ultimo settore ha sviluppato una mostra (Essere pronti per il futuro), molto partecipata e piena di suggestioni. Infatti alle opere si alternavano filmati che affrontavano con esempi l’imprevedibilità del futuro nelle scienze, ma anche il suo progredire continuo, dato che le nuove scoperte si basano sui progressi precedenti, e su scoperte rilevanti (ad esempio la lampadina di Edison), concorrono vari scienziati quasi in contemporanea.

Le opere esposte tra l’altro, sono gli audiovisivi di Gamper, sui colori di internet a fini promozionali (ad esempio l’arancione usato per promuovere prodotti finanziari), l’installazione di plastica di Thomas Saraceno, simile ad un alveare o a una moderna rete di ragno, insetto amato dall’artista, e le bici di Al Wewei, testimonianza di un mondo sempre più popolato e dominato da prodotti in serie che simbolizzano il dominio del capitalismo.

Al di là della vivacità dell’esposizione, ci ha fatto piacere vedere come c’era accoglienza per i bambini che interagivano con una guida dedicata sulla visione del futuro.

Visto che la carenza dei musei italiani è proprio la presenza di giovani e anche bambini, perché non seguire quest’esempio (anche altri per la verità, grazie a imprenditori illuminati), in cui a fianco delle opere pittoriche o scultoree, abbinare laboratori di ricerca (ad esempio sul restauro, e sulla capacità di creare nuovi prodotti o manufatti artistici)?

Nei giorni di Arte Fiera Bologna, in questo entusiasmo per l’arte, ha contribuito anche la Art Night, in cui erano aperte gallerie, musei, e l’Accademia di belle arti. Qui gli studenti mostravano le loro creazioni al pubblico insieme ai professori e le sale erano piene di gente fino alle 2 del mattino.

C’è bisogno della disponibilità delle scuole e istituzioni pubbliche e dei loro dipendenti, ma l’entusiasmo trasmesso da quella notte è contagioso. Altre iniziative del genere sono auspicabili, non solo a Bologna. Il tutto per aiutare il contemporaneo in questa Italia che guarda solo alle bellezze del Rinascimento.

 

 

 

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