La storia della bellezza

Di Chiara Filipponi

Mia sorella minore soffre di anoressia”, dichiara la Ginsburg, “è stata in ospedale per tutto lo scorso anno e viene nutrita attraverso un tubo. Ha questa malattia dall’età di 12 anni, ora ne ha 20. Assistere alla sua sofferenza negli ultimi otto anni mi ha spinto a riflettere molto sui canoni di bellezza della cultura occidentale e sulla tendenza sempre più estrema all’oggettificazione del corpo femminile.”

Anna Ginsburg

 

Lo scorso 8 marzo, in occasione della festa della donna, l’illustratrice inglese Anna Ginsburg ha firmato un cortometraggio animato sul tema della bellezza femminile. Forme che mutano in continuazione, seguendo l’evoluzione del concetto nei secoli, dalle curve della Venere paleolitica di Willendorf a quelle della pop-star contemporanea Nicki Minaj. Passando per la Venere di Milo, le Grazie di Rubens, i nudi di Modigliani e la filiforme Twiggy. Il tutto commissionato dalla CNN nel giorno in cui si celebra la donna, per ricordare come il concetto di bellezza che la riguarda sia mutato infinite volte nel corso dei secoli.

Tuttavia, lo stimolo a produrre l’animazione in questione è nato da una vicenda personale. La sorella minore di Anna infatti soffre di anoressia, come ha lei stessa dichiarato, e viene nutrita attraverso un tubo. Alla fine di questo filmato Anna dice che “non esiste un modello standard, quindi lasciateci celebrare le diversità delle forme femminili”, a voler rappresentare un messaggio positivo per tutte quelle donne in difficoltà con sé stesse.

Questo video mostra dunque come è cambiata l’idea della bellezza femminile nei secoli, dal corpo asciutto dell’antico Egitto a quello morbido apprezzato nel Rinascimento italiano ma anche da alcune icone di oggi come Kim Kardashan. Anna Ginsburg prova qui che la bellezza è un concetto relativo, legato alla società e all’epoca in cui si vive. Nel mondo antico infatti si pensava che la magrezza fosse sintomo di una malattia, pertanto chi era esile e sottopeso veniva scansato dalla società. Le donne dalle forme piene invece, rappresentavano la parte ricca e benestante del mondo, a cui tutti dovevano ambire.

Facendo poi un salto nella storia, il Medioevo presentava una donna snella, elegante, dalle forme quasi allungate. Questo perché essendo la spiritualità al centro, i piaceri legati al corpo, come il cibo, dovevano essere allontanati. Ed è qui che appare una donna esile, magra, dall’incarnato pallido e decisamente poco formosa. Nel Rinascimento, con il ritorno dell’uomo al centro del mondo, ecco che ritorna una donna piena, dalle forme generose, che incarna il benessere della vita di quel periodo.

Successivamente nei secoli, con il variare anche della moda, troviamo donne più sottili all’inizio dell’Ottocento, con lo stile impero degli abiti che allungava la figura e metteva in risalto le forme. Queste ultime cambiano nuovamente in epoca vittoriana, esaltando la vita stretta con corpetti che toglievano il respiro. Ma ecco che negli anni ’20 del Novecento, dopo secoli di donne formose, arriva un esemplare di donna snella, con poco seno e dal fisico quasi mascolino. Questo perché il suo obiettivo, dopo secoli di storia, non è più solo quello di procreare e allora ecco che si accorciano le gonne e i capelli, si alzano i tacchi e ci si copre di piume e lustrini.

Tuttavia, la donna a clessidra tanto amata nei secoli non tarda a tornare “attuale”. È negli anni ’50 infatti che tornano di moda le curve con icone intramontabili come Marylin Monroe. Quest’ultima viene soppiantata negli anni ’60 dal ritorno della donna esile, come Twiggy, dalle gambe magre e lunghe e dal fisico adolescenziale e quasi anoressico.

Un cambiamento decisivo lo si ha negli anni ’80 – ’90 con le super modelle come Claudia Schiffer e Naomi Campbell. Alte, slanciate, toniche ma non sottopeso, delle donne sane e in forma. In forma non appare invece Kate Moss, super modella anche lei ma simbolo delle cosiddette “Heroin Chic” ovvero le “tossiche chic”, dal fisico scavato e androgino e dal corpo ultra sottile.

Per quanto riguarda le ultime tendenze del 2000, pancia piatta e corpo sodo e atletico sono i must per essere veramente di moda, anche se forse la chirurgia plastica gioca un ruolo considerevole nel modellare questi fisici scolpiti. Per non parlare dell’uso sconsiderato di Photoshop e del fotoritocco applicato sulle riviste patinate di tutto il mondo.

Dopo questa carrellata di immagini attraverso i secoli la domanda tuttavia resta: What is Beauty? Sembra essere più un peso che un dono in alcuni casi, sia per le donne che per gli uomini. La bellezza è ancora, nonostante le lotte affrontate durante i secoli, uno degli obiettivi principali che la società moderna continua ad inseguire.

 

 

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