GALLERIE E ANTIRICICLAGGIO

Di Marina Isaia

E’ stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale UE del 19 giugno 2018 la V direttiva antiriciclaggio, finalizzata ad un’ulteriore stretta verso la prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo.

La direttiva n. 2018/843 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018 (cosiddetta V direttiva antiriciclaggio), modifica la direttiva 2015/849 (IV direttiva antiriciclaggio), che è stata recepita in Italia dal Dlgs n. 231/2007.

La nuova direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla data della sua pubblicazione ufficiale.

Per quanto riguarda il suo recepimento, all’articolo 4 della stessa si legge che: 

“gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 10 gennaio 2020”.

A onor del vero, si deve sottolineare che l’Italia aveva già fatto un passo in avanti verso l’ampliamento della platea dei soggetti obbligati.

Il Dlgs n. 90 /2017, infatti, aveva già anticipato l’orientamento del legislatore comunitario, inserendo tra i soggetti tenuti al rispetto delle regole antiriciclaggio “i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, limitatamente allo svolgimento dell’attività di conversione di valute virtuali da ovvero in valute aventi corso forzoso”.

Vediamo cosa stablisce la V Direttiva europea …. stabilisce che anche i professionisti dell’arte dovranno effettuare l’adeguata verifica per transazioni sopra i diecimila euro.

Dunque anche l’arte necessita una severa due diligence. Arriva da Bruxelles la stretta sul mercato dell’arte in ambito antiriciclaggio: d’ora in avanti tutti i galleristi d’Europa dovranno effettuare l’adeguata verifica sia sugli acquirenti sia sui venditori d’opere il cui valore supera i 10.000 euro.

Sì, perché l’arte è uno dei veicoli più sofisticati e preferiti dai riciclatori di proventi illeciti. Per questo, la Commissione europea considera fondamentale rendere questo mercato, così come quello dei trust e dei bitcoin, più trasparente. Per la prima volta, tutte le figure che lavorano in questo settore, ovvero galleristi, gestori di case d’asta e antiquari, saranno considerati alla stregua di professionisti e operatori finanziari e dovranno dare il loro contributo alla lotta contro il reimpiego di capitali illegali così come al finanziamento del terrorismo. A loro è quindi, esteso l’obbligo di verificare la clientela e di inviare segnalazioni di operazioni sospette.

Che il fenomeno dell’evasione fiscale e del riciclaggio fosse in ascesa e soprattutto redditizio era ormai noto da tempo. Basta vedere quello che negli ultimi tempi hanno fatto certe banche. Hanno dedicato sportelli e operatori specializzati al supporto e all’assistenza di clienti che intendono investire in opere d’arte, soprattutto d’arte contemporanea. Pare che un quadro renda di più di un pacchetto di azioni.

Diceva il celebre artista statunitense Andy Warhol (1928 – 1987) che “fare affari era la migliore forma di arte”.

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