ALL’ASTA I CAPOLAVORI DELLA PARMALAT

I CASI LEGALI NEL MONDO DELL’ARTE

Di Marina Isaia

A fine ottobre 2019 sono andati all’asta, nella sala d’aste Pandolfini, a Milano, i tesori di Callisto Tanzi, recuperati dopo il crac Parmalat.

Calisto Tanzi, l’ex «Re della Parmalat», la società crollata nel 2003 a causa di un buco di 14 miliardi di euro, aveva raccolto un vero e proprio tesoro di opere d’arte che era stato in parte trafugato in Svizzera ed in parte ritrovato nel garage dell’imprenditore.

Ricordiamo che Tanzi è stato condannato in via definitiva per aggiotaggio e bancarotta fraudolenta a 17 anni di carcere per il crac Parmalat, definito il crac del secolo.

La sua collezione privata, la cui stima iniziale oscillava tra i 6 e gli 8 milioni di euro, ha riscontrato un grande interesse di tal che è stata venduta per ben 12,5 milioni di euro, superando, il ricavato dalla vendita, ogni più rosea previsione.

Su 55 opere solo due oggetti sono rimasti invenduti mentre un’opera è stata ritirata perché priva della certificazione della fondazione di riferimento dell’artista.

Sono state battute opere di grande valore di Van Gogh, Renoir, Monet, Cezanne, Matisse, Gauguin, Balla, Mirò, Magritte, …

Oltre duecento collezionisti erano presenti all’asta mentre altri 700 hanno avanzato offerte al telefono o collegati sul web: in tutto hanno partecipato circa un migliaio di clienti non solo dall’Italia ma anche dall’estero, non solo privati, ma anche e soprattutto istituzioni e musei internazionali, come il Van Gogh Museum di Amsterdam.
Il pezzo di maggior pregio era senz’altro “la natura morta con limone, arancia e un bicchiere” di Pablo Picasso che è stato aggiudicato per 2.1 milioni di euro, l’offerta più alta.

Certo, sebbene l’asta sia stata un gran successo la cifra ricavata è comunque esigua rispetto al buco da 14 miliardi di euro causato dal crac Parmalat … in ogni caso verrà distribuita dal Tribunale di Parma ai risparmiatori truffati e darà un po’ di sollievo ai creditori più bisognosi.

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