La scultura nel collezionismo: monumentalitá o pensiero d’avanguardia?

La scultura nel collezionismo: monumentalitá o pensiero d’avanguardia?

Di Gianna Ganis

 

La scultura, come ben sappiamo, entra nel collezionismo seconda sola alla pittura e questo per diversi motivi: le dimensioni che a volte possono richiedere ampi spazi espositivi, i costi di produzione e trasporto delle opere e una diversa sensibilità alla tridimensionalità che caratterizza la scultura e che la colloca più per un utilizzo pubblico.

Lo sbocco sul mercato, pur in crescita, delle opere di scultura è più difficile anche se l’aumento di musei /collezioni private negli ultimi anni e dei parchi- scultura, ha aperto nuove porte alla domanda. E’ ormai ampiamente condiviso che inserire la scultura conferisce alle collezioni d’arte, un valore più elevato perché è opera più sofisticata, più museale rispetto a un quadro che è più domestico e decorativo.

L’arte della scultura è mezzo espressivo con radici antiche e una meravigliosa storia millenaria che ha subito cambiamenti radicali soprattutto nel corso del Novecento con l’introduzione dell’arte concettuale quando dalla maestria tecnica nella raffigurazione del soggetto, l’attenzione si è spostata all’oggetto in sé, al contesto, al rapporto con lo spazio e ai materiali.

Nei secoli passati gli scultori utilizzavano solamente materiali che si prestavano ad essere modellati, come la creta. Oppure materiali più duri come la pietra o il marmo che però sotto le mani abili di uno scalpellino poteva trasformarsi in armoniose forme. Oggi, gli scultori moderni si sono allargati nell’utilizzo dei materiali, come l’acciaio, il cemento o le resine fino ad arrivare a sostanze biologiche deperibili nel tempo creando con l’uso di diverse tecnologie mutuate anche dall’industria.

In pieno Rinascimento, Donatello veniva chiamato “scarpellator” ossia scalpellino, mentre Leonardo, poneva senza esitare la “pittura al di sopra della scultura “. E mentre Da Vinci meditava sui principi che governavano l’attività della scultura, Michelangelo, più giovane di ventitrè anni, creava le sue più belle opere scultoree. Ricordiamo poi Cellini, Vasari, Bernini. Più tardi, Falconet e Canova, con il rimando alla grande tradizione classica, per arrivare al diciannovesimo secolo con Rodin e Hildebrand. Nel secolo successivo, il ventesimo, le forme vengono influenzate dal periodo storico quando le opere devono spaziare nel tempo, nello spazio e devono liberarsi di ogni escrescenza fino a diventare consapevoli e pure in una forma complessa a tutto tondo come quella di Brancusi, Moore, Boccioni. Lo spazio diventa così uno degli attributi fondamentali della scultura.

Oggi la scultura è progettare e disegnare nello spazio con l’aiuto di nuovi metodi, utilizzare questo spazio e costruire con esso, quasi si trattasse di un materiale di nuova generazione. Da qui le nuove forme a volte performatiche come quelle di Anish Kapoor o contestualizzanti alla simbologia che è entrata nel nostro nuovo mondo, vedi Jeff Koons, con i suoi grandi cuori in metallo saldato e colorato che si esibiscono come palloncini gonfiati e sospesi in aria.

Trasversale la passione per Giacometti (10 ottobre 1901 – 11 gennaio 1966) che coinvolge collezionisti di tutto il mondo. Le sue opere sono oggi tra le maggiormente preferite, senza mai essere monumentali per dimensioni ma immense nel loro significato.

Giacometti, venne ispirato anche da Auguste Rodin e ne è esempio l’opera “Uomo che cammina”: scultura concepita come il prototipo dell’uomo che attraverso il tormento ha conosciuto l’inferno riportandone solo pelle e ossa, come uno spettro ridotto dove sussiste esasperatamente un certo squilibrio. Il filosofo Sartre definì lo scultore come l’artista dell’essenziale per eccellenza e oggi le sue esili figure sono collocate nei più grandi musei sempre più ricercate dal collezionismo e dagli amanti delle opere “plasmate dalla materia”.

La sua scultura “Grande femme II”, è stata venduta ad un’asta di arte d’avanguardia europea da Christie’s a Parigi per 25 milioni di euro

Tra gli “scultori” più interessanti di oggi citiamo Ai Weiwei, Olafur Eliasson , Rebecca Warren,Ugo Rondinone, Luca Monterastelli, artisti per i quali nella definizione di scultura si deve far comprendere la presenza e l’uso di oggetti, performance, video e anche architetture per una dimensione che anche per la presenza della realtà virtuale, iniziamo piano piano  a comprendere e apprezzare.

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